ChroniclesInterviste

7 metri e 34 centimetri d’Argento per la promessa Elias Sagheddu

Innanzitutto tantissimi complimenti per questo Argento. Fisicamente come stai adesso? Ti vedremo a Padova per gli Assoluti?
Grazie di cuore! Per ora sono di nuovo messo malino, nel senso che si è rifatto vivo lo stiramento di fine gennaio. Se non fosse per questo starei abbastanza bene. Ora è da vedere se si rimarginerà in fretta, io voglio gareggiare sicuramente a Padova, ma il mio allenatore mi ha spiegato che non dobbiamo correre rischi per la stagione outdoor, quindi ora vedremo questi giorni come va.

Sei più felice di questo argento o di quello dello scorso anno?
Diciamo che questo era sicuramente meno aspettato, ero in dubbio sino a un’ora prima del riscaldamento se gareggiare oppure no, ma alla fine ha prevalso il rischio. L’anno scorso sapevo che avrei potuto prendere una medaglia, e, in ogni caso era la prima volta, quindi è stata forse un’emozione ancora maggiore di ieri. 

Che sensazioni hai avuto durante la gara e quali rimedi hai cercato di porre alle tue condizioni fisiche non ottimali?
Nei primi tre salti non ho forzato, avevo paura di farmi male, ho fatto il minimo indispensabile per avere almeno la finale in tasca. Dal quarto salto ho tirato parecchio di più, tant’è che sono dovuto tornare indietro di 3/4 piedi rispetto alle prime rincorse. Ho cercato di non pensare al dolore, di ricordarmi come si saltava visto che era da settembre che non sentivo odore di gara. Ed è andata bene.

Hai trovato in te la forza di strappare un 7.34 all’ultimo salto della gara, quando ormai eri 4° e fuori dal podio. Cosa hai pensato prima di iniziare la rincorsa?
Dopo il nullo al quinto salto ho capito che nonostante questo fastidio al bicipite avevo qualcosa più di 7.14 nelle gambe, quindi, quando ho visto che mi avevano superato di qualche centimetro, ho pensato “benissimo, torno due piedi dietro e faccio 7.30”, avevo una paura matta di fare nullo, ma sono stato fortunato.

Cosa è cambiato nei tuoi allenamenti ora che ti sei trasferito per motivi di studio in Piemonte?
In realtà non è cambiato granché se non il fatto che non ci sia Massimo a seguirmi. Ho trovato un grande gruppo formato dalla Sisport, a cui devo dire un grazie enorme per la disponibilità e dal mio compagno di allenamento nonché di fatiche Paolo Sanna. La voglia c’è sempre e anche di più, questa l’ho portata dalla Sardegna.

Il legame con il tuo allenatore Massimo Marcias e la tua società, la Delogu Nuoro, resta forte nonostante la distanza?
È sempre fortissimo, sopratutto con Massimo, lo sento ogni giorno, è lui che fa tutto il programma e che mi segue passo passo da oltre mare, anche con gli altri atleti nuoresi ci sentiamo spesso, sembra quasi che non sia mai andato via.

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