ChroniclesInterviste

Massimo Marcias sulla stagione Indoor 2014

Alla luce dei risultati della stagione indoor 2014, mi pare interessante sentire le opinioni di Massimo Marcias, allenatore di ben 4 atleti presenti ai Campionati Italiani Indoor (allievi, juniores e assoluti). Tra questi, spiccano Elias Sagheddu (argento ai Campionati Juniores e 8° agli Assoluti, convocato in Nazionale, sempre nel lungo) e Giulia Mannu (9° ai Campionati Allievi nei 60 piani e nei 60 ostacoli).

Qual’è il tuo bilancio della stagione indoor, da allenatore di ben 4 atleti che hanno partecipato ai Campionati Italiani? Cosa ti aspettavi come prestazioni e piazzamenti? Si poteva fare qualcosa in più? C’è qualcosa da rivedere?
Intanto per il bilancio finale aspetto la gara più importante, quella di Elias Sagheddu in Nazionale Juniores. Per il resto sono molto contento per i risultati dei ragazzi, che si sono tutti migliorati tranne Salvatore Orlando che però non si è allenato molto negli ultimi mesi per diversi motivi. Giulia Mannu è andata molto bene e ha sfiorato due Finali nazionali. Antonio Moro si è migliorato moltissimo. Gianpietro Fronteddu ha preso confidenza con le gare indoor. Sono soddisfatto di tutti e se c’è qualcuno che poteva fare meglio forse è proprio quello che si è migliorato di più, Antonio Moro, ma non mancheranno occasioni.

Come si può raccontare ciò che si prova quando un ragazzo (e un atleta) che hai visto crescere sin da bambino riesce ad arrivare a vestire la maglia Nazionale?
E’ una bella soddisfazione, anche perché tutto questo non è stato frutto di un exploit ma di una crescita costante. Avere raggiunto la Finale ai Campionati Assoluti domenica, in una gara di alto livello, difficilissima, in cui si sono persi anche atleti con misure importanti, è la conferma del valore agonistico di Elias. E’ anche la conseguenza delle molte esperienze in campo nazionale che il ragazzo ha fatto in questi anni, che ha sempre affrontato alla pari con tutti. Di questo dobbiamo ringraziare la nostra società, la Delogu Nuoro, che adotta questo tipo di attività come missione principale.

Le tante discipline dell’Atletica Leggera richiedono un’elevata preparazione tecnica per affrontare la specializzazione di ognuna di esse. Tu alleni saltatori, ostacolisti, velocisti: come ti sei preparato, come ti aggiorni, scambi opinioni tecniche con i tuoi colleghi allenatori?
La base della mia preparazione è quella che mi hanno dato i miei allenatori quando ero atleta. Ho avuto la fortuna di essere allenato da Benito Murgia poi ho avuto dei periodi con Anna Podda, con Antonio Rotundo a Roma e con Francesco Mereu a Nuoro. Ho visto all’opera anche Gianfranco Dotta e altri e sono stato attento. Per il resto sì, ho sempre uno scambio con i “colleghi” anche se il mio metodo di allenamento è abbastanza radicato. Sono molto aperto al confronto e non credo di avere la scienza in tasca. La mia arma migliore è il buon senso: quello che serve per andare forte lo utilizzo, il resto lo evito.

A fine anni ’80, inizio anni ’90, la Sardegna era il “granaio d’Italia” per la velocità, produceva tanti saltatori di elevato livello, aveva diverse eccellenze nel mezzofondo. Negli ultimi anni, a parte titoli giovanili provenienti da atleti sparsi tra velocità, ostacoli e mezzofondo, l’unico settore che sembra reggere più organicamente è quello dei salti (Musso, Angioi, Meloni, Pianti, Sagheddu, Orlando, Caredda, Sorano, solo per citare gli ultimi). Tu che hai vissuto quegli anni da atleta e questi anni da allenatore pensi che sia una questione normale di cicli che vanno e vengono o cos’altro?
Quello che succede adesso è la conseguenza del basso numero di praticanti rispetto al periodo in cui gareggiavo io. Il settore salti, a parte il lungo maschile, non esprime moltissimo. Eugenio Meloni e Assia Angioi sono casi isolati, dietro non c’è molto. Diverso il caso del lungo maschile, un po’ di fortuna, qualche bravo tecnico (per qualcuno, bravo è anche riduttivo) e un gruppo di atleti seri e di qualità. Però ricordo che fino a un anno e mezzo fa Elias gareggiava praticamente da solo. Forse i suoi risultati sono anche stati uno stimolo per i ragazzi più giovani, che lo stimano molto. Certo fa un po’ sorridere che un diciottenne sia un esempio per i più giovani. Il ritorno alle gare di Antonmarco Musso è stato poi importantissimo, sia per l’atletica sarda, sia per i suoi avversari. Questo livello di concorrenza serve a tutti.

Sei stato presente ai Campionati Italiani Allievi, Juniores, Promesse e Assoluti per accompagnare i tuoi atleti. Chi sono gli atleti sardi che ti hanno sorpreso o deluso particolarmente?
Fare un minimo per un campionato italiano è difficile e col numero di praticanti (quelli veri) che ha l’Atletica sarda mi sembra già un miracolo mandarne qualcuno. Per questo non si può dare un giudizio negativo su nessuno. A livello Assoluto abbiamo avuto due finalisti, Meloni e Sagheddu, giovanissimi tra l’altro, e questo è quanto possiamo oggi, in attesa di Assia Angioi. Tra i giovani, la stella è Andrea Pianti, una vera potenza, ma anche Riccardo Usai ha dimostrato classe e furbizia. Anche Raffaele Nonne ha grandi potenzialità e non regalerà la gara altre volte.

Il calendario regionale a oggi prevede su 16 gare per gli assoluti: 8 in provincia di Cagliari, 2 di Nuoro, 2 di Oristano e 4 di Sassari. Visto il livello tecnico dei tuoi atleti e dei concorrenti, prevedi di portarli a gareggiare fuori regione?
Se esprimessi liberamente il mio pensiero su questa programmazione, come su altri provvedimenti, credo che sarei deferito e probabilmente denunciato penalmente, per cui mi astengo. Per il resto, sì, compatibilmente con i miei impegni lavorativi, dovremo tenere ben conto della programmazione nazionale.

Cosa ti aspetti dal 2014 dei tuoi atleti?
L’obiettivo è sempre il miglioramento dei personali. Mi rendo anche conto che questo possa significare fare un minimo per i Mondiali Juniores oppure arrivare in zona medaglia a Campionati Italiani Allievi o Cadetti. Ho la fortuna di avere tutti atleti molto determinati a provarci.

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