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Eugenio Meloni e quel muro (2.20) da abbattere

Da alcuni mesi Eugenio Meloni, il miglior talento della storia sarda del salto in alto (detentore del Record Sardo con 2.16), ha cambiato città e allenatore (si allena a Modena seguito da Giuliano Corradi). La stagione indoor 2014 del cagliaritano parte subito bene: 2.09 all’esordio, 2.15 (personale indoor eguagliato) alla seconda gara. Poi un infortunio non particolarmente grave ma che gli impedisce di allenarsi sulla tecnica proprio nelle 2 settimane precedenti ai Campionati Promesse, dove, in maniera piuttosto rocambolesca, dopo una gara perfetta sino ai 2.12, arriva secondo “accontentandosi” di un argento. Due settimane dopo, agli Assoluti Italiani, Eugenio compie una gara perfetta sino ai 2.15 e conquista un meritato 5° posto, nella gara in cui Marco Fassinotti si regala il Record Italiano con 2.34. Al termine della stagione indoor ecco l’intervista al saltatore cussino sulle gare appena terminate e sul futuro.

Sei soddisfatto da questa stagione indoor o ti aspettavi qualcosa di più? Vedendoti saltare, tecnicamente molto pulito, è sembrato potessi valere diversi centimetri in più.
No, non sono soddisfatto, perché mi aspettavo di saltare più in alto, di migliore il mio personale, a prescindere dalla misura. Purtroppo la preparazione è stata interrotta da un infortunio che mi è occorso alla seconda gara a gennaio a Padova: un fastidioso ematoma al piede di stacco, infortunio non grave, che però mi ha impedito di fare tecnica in allenamento e ha un po’ scombinato i piani. In generale no, non sono soddisfatto ma non mi piango addosso e penso ad allenarmi duramente per l’outdoor.

Quest’anno hai cambiato allenatore e città: cosa è cambiato per te? Ti sei già abituato ai nuovi metodi di allenamento?
Il cambio è stato meno traumatico del previsto. Ho la fortuna di abitare con due atleti di alto livello, che mi sono molto d’aiuto anche nel cambio di allenatore: entrambi hanno vissuto precedentemente la stessa situazione di cambio di città, abitudini, allenamento. Il mio allenatore non ha voluto esagerare nella preparazione invernale perché c’era ovviamente il bisogno di conoscermi, di capire la mia condizione generale. Insomma, il cambio è andato molto bene.

Alle gare, ti abbiamo sempre visto molto unito alla tua famiglia: la lontananza geografica ha inciso sulle prestazioni in allenamento e in gara?
Sicuramente la lontananza non è facile da gestire però devo dire che da un lato la situazione logistica relativa a allenamenti, abitazione, ai ragazzi che si allenano con me è molto piacevole pur essendo lontani. Dall’altro lato, avendo la possibilità di tornare davvero spesso grazie ai voli Ryanair, il distacco non è stato particolarmente traumatico, anzi vivo un ottimo compromesso tra nuova e vecchia vita.

Sei anagraficamente il più grande di una nuova generazione di saltatori sardi che sinora sta raccogliendo interessanti risultati (e medaglie) a livello giovanile e non solo: ti aspettavi di vedere questo gran numero di conterranei a questi livelli?
Sono contentissimo che ci siano altri atleti emergenti soprattutto perché gli scarsi risultati visti in precedenza nel settore salti non rispecchiavano il valore degli atleti che ci sono. Sì mi aspettavo, speravo, ci fossero altri atleti per rinvigorire il movimento atletico. Poi, però, è importante che ai risultati a livello giovanile seguano quelli alle categorie seniores. Il vero problema è trovare le condizioni per potersi esprimere.

Hai vestito la maglia della Nazionale Italiana, quella della Sardegna; hai vinto titoli italiani di categoria e hai avuto bei piazzamenti assoluti; hai tolto il Record Sardo a tuo padre (e a Ivan Spini). Quale è stato il risultato che ti ha dato maggior soddisfazione?
La cosa che mi ha soddisfatto maggiormente sinora forse è stato il 2.16 al primo anno junior perché era un risultato non dico inaspettato in assoluto, ma oltre le mie personali aspettative in quel momento, mentre nell’ultima stagione non sono riuscito ad esprimermi alle quote che mi aspettavo, ossia sopra i 2.20. Quindi sicuramente a quel risultato sono particolarmente legato, oltre che per il valore in sé del record sardo, per la sorpresa in quel momento.

Cosa ti aspetti e cosa ci dobbiamo aspettare dal tuo 2014?
Il primo obiettivo è migliorarmi e quindi sfondare il muro dei 2.20 che già l’anno scorso potevo superare e a maggior ragione quest’anno. In particolare mi piacerebbe essere stabilmente 4° in Italia, dietro a Chesani, Fassinotti e Tamberi, che per me sono inarrivabili per tutti quest’anno, arrivando però davanti a tutti gli altri. Per fare questo devo saltare quelle misure a cui posso potenzialmente posso ambire. Il resto, manifestazioni e piazzamenti, saranno una conseguenza.

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