ChroniclesInterviste

Roberto Dessì fa il punto sui salti in Sardegna

Parlando di salti in Sardegna, uno degli allenatori più esperti e titolati è senza dubbio Roberto Dessì. Ex triplista dell’Esperia Cagliari, Roberto è storico allenatore specialista della Società Ginnastica Amsicora e ha seguito tanti tra i migliori saltatori della Storia sarda (Emanuele CoccoIvan SpiniFrancesca SpadaFrancesco Pianti, per citarne alcuni) conservando ottimi rapporti con loro (diffido di quegli allenatori odiati dalla maggior parte degli ex atleti). Chiaro, diretto e con pochi fronzoli, Roberto ha una dote importantissima: la capacità di spiegare chiaramente i concetti e i gesti tecnici anche più complicati in modo da farsi capire subito dagli atleti. Dote non comune e che gli ha sicuramente facilitato il lavoro quando teneva i corsi specialistici a Formia e quando era fiduciario. Tra gli atleti seguiti al momento da Roberto, il più interessante è Paolo Caredda, medaglia d’Argento ai Campionati Italiani Cadetti 2012 nel triplo (personale 14.16 nel triplo, 1.85 nell’alto, 6.28 nel lungo).

Partiamo da Paolo Caredda: 5° ai Campionati Italiani Indoor Allievi nel Triplo con 13.78. Ha avuto qualche problema fisico? Cosa ci dobbiamo aspettare dalla sua stagione outdoor?
Escluso il primo posto, già di Bocchi, Paolo ha dimostrato di poter ambire alla seconda posizione nazionale. Stiamo modificando la rincorsa e trasformando ancora il lavoro di forza.

Prima Angioi e Meloni, poi Paolo e Sagheddu, adesso Pianti, Orlando e Sorano, senza dimenticare Musso. Tu alleni da oltre 30 anni, sei stato fiduciario regionale a 35 anni, hai seguito molti dei migliori saltatori e saltatrici sardi. Tu che eri sempre in campo per vedere gli atleti, pensi che stiamo vivendo una nuova stagione d’oro dei salti isolani?
Ci sono periodi più favorevoli di altri, per quanto attiene i talenti, quello che stiamo vivendo mi sembra particolarmente buono.

Si sente parlare di una naturale predisposizione dei sardi alla velocità e ai salti. Una recente ricerca delle Università di Roma-Bologna-Cagliari-Pisa ha evidenziato come dal punto di vista genetico la popolazione italiana, la Sardegna in testa, ha diversità superiori sino a 30 volte rispetto a etnie del resto d’Europa. Pensi che questo melting-pot sardo incida realmente nelle prestazioni atletiche?
Sicuramente, visti anche i risultati degli anni scorsi, i sardi hanno grandi attitudini alle specialità di salto e velocità. Certamente il DNA ha particolare importanza.

Hai insegnato al corso di allenatori a Formia, sei stato in contatto con i più importanti tecnici della Federazione Nazionale: qual’è l’importanza della condivisione, del confronto e dell’evoluzione delle tecniche di allenamento?
Lo scambio di informazioni è fondamentale nell’Atletica Leggera, non a caso durante le gare si possono notare piccoli gruppi di tecnici che commentano le prestazioni degli atleti in campo.

Sui campi sardi, è opinione comune di tecnici e dirigenti che Francesco Garau sia il miglior allenatore sardo: chiunque lo nomini, lo fa con un visibile e non comune rispetto. Recentemente, alla Festa dell’Atletica Oristano di fine dicembre 2013, il Presidente della Fidal Alfio Giomi lo ha definito il miglior allenatore italiano. Tu che lo hai conosciuto puoi spiegarci in cosa consiste la differenza tra IL Prof e gli altri, seppur stimati, allenatori? Hai qualche aneddoto?
Condivido la valutazione fatta dal Presidente Giomi. Francesco ha dimostrato in tanti anni di attività le sue grandi capacità. Ha portato atleti a livelli internazionali iniziando a seguirli dalla categoria allievi, ha seguito atleti già evoluti riuscendo a farli migliorare, ha avuto atleti estremamente longevi, mi sembra veramente molto. Grande studioso di ogni aspetto tecnico, non si è limitato allo studio passivo ma ha inventato materialmente macchine per l’allenamento dei suoi atleti. Particolare era poi il suo allenamento per la velocità massima: a differenza della maggior parte dei colleghi che adattano gli atleti alle distanze canoniche (serie di 100, 200, 300 metri et cetera), Francesco invece adatta le distanze alle peculiarità dei suoi atleti in modo tale da farli correre per ogni distanza al loro massimo (ad esempio 250 o 280 metri, a seconda della tenuta del singolo atleta).

Alle recenti indoor di Iglesias hai potuto vedere di persona Andrea Pianti, Salvatore Orlando ed Enrico Sorano: cosa pensi di questi giovani lunghisti?
Tutti molto validi. Devo dire però che Pianti mi ha riportato molto indietro negli anni: infatti mi ricorda molto un mio atleta, Nicola Sanna (primatista italiano nel salto in lungo nella categoria cadetti con 6.83, primo anno juniores 7.21). Hanno in comune il finale di rincorsa e l’idea di rompere la tavoletta di stacco tanta è la determinazione…

Tanti parlano di crisi dello Sport, “i giovani non sono più quelli di una volta”, “i giovani giocano solo ai videogames” e amenità varie. Sembra voler essere una scusa per nascondere una mancanza di competenze. Poi vediamo nuove società come la Shardana, che riesce a tirar su subito un numero di tesserati ampiamente sopra la media e interessanti atleti ai Campionati Italiani giovanili; altre società come la Delogu Nuoro, portare ai Campionati Italiani ben 4 atleti (più Fronteddu, ancora cadetto, Campione Nazionale dei Giochi Studenteschi). Le idee e le competenze sono più forti delle chiacchiere?
Da sempre, quando in un punto geografico c’è un tecnico valido, o un gruppo di tecnici, il movimento parte. Purtroppo il contrario porta a risultati effimeri e non crea reclutamento. Le società devono investire prima di tutto sulla qualificazione tecnica, poi di sicuro arrivano i risultati.

L’Amsicora ha avviato 8 anni fa la rifondazione, partendo dal settore giovanile. Negli ultimi anni quegli esordienti sono arrivati a essere cadetti e allievi in grado di buoni risultati regionali e nazionali. Quanto è difficile avere la pazienza e il tempo di aspettare questi risultati, invece di fare scouting nelle altre società?
Le società che si affidano ai cercatori di atleti non hanno futuro, vivono di sponsor e nel momento che questi vengono a mancare muoiono, non avendo un movimento proprio. La mia società ha avviato questo processo virtuoso, iniziato dal Presidente Ruggieri e condiviso poi dal Presidente Dedoni, che ci ha portato ad avere squadre competitive nelle categorie giovanili. Quest’anno cominciamo ad avere squadre allievi ed allieve molto interessanti. Noi abbiamo uno staff tecnico molto completo e, come ho detto precedentemente, i risultati si vedono.

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