ChroniclesInterviste

Magnani e Ottoz sulla Coppa Europa dei 10.000 che ha visto un’ottima Claudia Pinna

Sabato 6 giugno si è svolta la Coppa Europa dei 10.000 metri allo Stadio Amsicora di Cagliari. La location è stata fortemente voluta dal Presidente Fidal Alfio Giomi per dare lustro al secolare sodalizio sardo presieduto dall’avvocato Alessandro Dedoni e bene ha portato all’Italia, che si è aggiudicata l’oro maschile con il tempo di 1h26’23”97 (3° Chatbi 28’39”01, 6° La Rosa 28’42”55, 7° El Mazoury 29’02”41) e il bronzo femminile con il tempo di 1h39’58”66 (2° Straneo 32’32”41, 9° Incerti 33’34”16, 16° Pinna 33’52”09).

Gran bella gara da parte della sarda del Cus Cagliari allenata da Antonello Podda, che è riuscita a recuperare una posizione dietro l’altra e a contribuire con il terzo tempo al punteggio della squadra femminile. L’atleta di San Gavino ha poi ricevuto in dono una targa commemorativa, fortemente voluta dal Presidente Onorario dell’Amsicora Ruggero Ruggieri, consegnata da una madrina d’eccezione come Luisa Marci.

Al termine della Coppa Europa dei 10.000 metri abbiamo fermato per alcune battute prima Marcello Magnani, general manager della competizione, e poi Laurent Ottoz, responsabile del protocollo della manifestazione.

Le parole di Marcello Magnani.

Come è andata questa Coppa Europa organizzata allo Stadio Amsicora di Cagliari?
La manifestazione è filata liscia, senza inconvenienti, grazie ad una squadra ben rodata. C’è stato qualche piccolo ritardo dovuto alle modifiche in corso d’opera dell’orario della cerimonia d’apertura con la sfilata delle società regionali, che non abbiamo gestito noi, ma siamo riusciti poi ad arginare l’inconveniente e ridurlo a pochi minuti (ndr, 7 minuti alla prima gara, scesi a 4 alla seconda e poi 2 minuti di anticipo sulla terza). 

Altro appuntamento importante che la Fidal è riuscita a portare in Sardegna, a Chia, è l’Euro Cross del 2016, come ha ricordato il Presidente Giomi durante i saluti d’apertura.
Sì, cercheremo di dare il massimo anche in quell’occasione.

La Mezza Maratona di Chia è diventata in pochissimi anni la manifestazioni su strada più importante della nostra Isola. Sulle pagine dei quotidiani isolani si è data molta enfasi ad alcuni inconvenienti che si sono verificati quest’anno, un po’ meno alle scuse e alla soluzione, molto generosa, trovata dall’organizzazione.
C’è stato un errore nella segnalazione del percorso, che ha coinvolto circa 70 atleti. Una volta riscontrato l’errore, ci siamo assunti la responsabilità e chiesto scusa agli atleti coinvolti: gli atleti coinvolti direttamente nell’errore di percorso avranno il pettorale gratuito per l’edizione 2016 e dimezzeremo il costo della partecipazione a tutti gli atleti che hanno preso parte alla gara sui 10 km. Si tratta certamente di una soluzione che agevolerà molti atleti (ndr, 532 atleti) che non hanno avuto alcun problema ma riteniamo sia giusto scusarci in questo modo.

Le parole di Laurent Ottoz.

A parte qualche piccolo ritardo causato dalla cerimonia di apertura, come è andata la Coppa Europa a Cagliari?
Considerando il fatto che la manifestazione si è dovuta spostare all’ultimo momento da Chia-Pula a Cagliari per problemi burocratici che hanno impedito il rifacimento della pista, direi che la manifestazione è stata gestita al meglio.
Il Chia Laguna Resort è stato insieme il villaggio degli atleti ed il quartier generale dell’efficace organizzazione, e credo che tutti ne conserveranno un ricordo meraviglioso per accoglienza, location, qualità dei servizi, natura e scenografia.
La generosa disponibilità di strutture e risorse della storica società Amsicora è stata invece indispensabile per lo svolgimento della manifestazione e va lei rivolto un sincero grazie.
Come sempre gli operatori tutti ed i volontari sono stati determinanti e non occorre sottolineare che senza di loro nulla si sarebbe potuto realizzare.
Aggiungerei infine che la Coppa Europa è stata arricchita dai grandi risultati della squadra italiana, nella quale Claudia Pinna, idolo di casa, ha dignitosamente rappresentato il legame con la splendida Sardegna.

Alcuni osservatori hanno storto il naso nel vedere correre assieme 38 donne, piuttosto che dividerle in due round. Qual’è il tuo parere da tecnico esperto?
Teoricamente è vero che dividere le donne in due serie sarebbe stato il ragionamento più logico, almeno di primo acchito, ma esiste un però.
Guardando la situazione da un altro punto di vista sarebbe sorto infatti un problema legato agli orari di gara che avrebbero imposto la partenza del primo 10.000m in un clima torrido e assolutamente critico, già rivelatosi pesante nella prima gara in programma (serie B uomini).
Insomma, il beneficio di serie più snelle sarebbe stato così completamente vanificato e si è quindi preferito mettere tutte le atlete nella condizione migliore per ambire ad una prestazione più valida.

Tornare in Sardegna per te è sempre occasione di poter salutare tanti amici, tra ex-atleti e allenatori, con i quali hai diviso la tua carriera da atleta. Tu che hai vissuto gli anni d’oro dell’Atletica Italiana, alla quale la Sardegna ha dato il suo contributo, cosa ti auguri per il nostro sport nella nostra regione?
La Sardegna è per me terra di amicizie profonde che non ho mai dimenticato, di natura selvaggia, di profumi forti e di ricordi lontani.
Proprio per questo, venirci è sempre una grande emozione che rende ogni volta difficile ripartire.
L’augurio che faccio, più che allo Sport all’Atletica sarda (sono di parte), è di tornare ai fasti di quel passato, neppure troppo lontano, in cui l’isola era un’incredibile fucina di talenti e campioni.
Ed il mio non è un augurio campato in aria, perché conosco molto bene il potenziale sardo erede di un invidiabile patrimonio genetico più unico che raro.

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