ChroniclesInterviste

Gianni Puggioni sul primo anno di vita della Shardana Atletica

Nel 2012, gli atleti tesserati nelle società sarde erano 8.106. Non essendo ancora disponibili i dati relativi al tesseramento 2013, è necessario rifarsi alla dichiarazione del Presidente del comitato sardo che parla di 12.000 tesserati per l’anno in corso. Ossia un aumento di circa il 50% dei tesserati.
Nel 2012, in provincia di Sassari, le 30 società affiliate alla Fidal hanno tesserato 1.463 atleti, con un media di 48,77 atleti ciascuna. Sulle stime presidenziali, si dovrebbe salire a circa 2.100 atleti nel 2013 e una media atleti di poco inferiore ai 75 per società.
Anche prendendo per buone le ottimistiche previsioni, balza agli occhi come la Shardana Atletica, con i suoi 175 atleti tesserati (98 promozionali, 15 assoluti e 62 master) sia una felice realtà emergente nel panorama dell’Atletica regionale.

Nata poco più di un anno fa sotto la Presidenza di Salvatore Palitta e la Direzione Tecnica di Gianni Puggioni, la società sassarese si è fatta velocemente strada nelle classifiche sarde. Stando alle classifiche del Grand Prix Giovanile, la Shardana è 9° in classifica maschile e 3° in classifica femminile. A questo si aggiungono i 9 titoli individuali regionali (5 titoli promozionali e 4 titoli allievi). Ci sono poi alcuni giovani atleti che si sono posti in luce anche a livello nazionale: la mezzofondista cadetta Tonia Piga, gli allievi Giovanni Canu (velocista) e Michele Mura (lanciatore). Nello staff tecnico sono presenti, tra gli altri, Jessica Pulina per il settore mezzofondo e, da alcuni mesi, è stata avviata una collaborazione con Nicola Piga per il settore lanci.

In occasione del primo anniversario dalla fondazione della Shardana, ho intervistato il Direttore Tecnico Gianni Puggioni. Spiegare chi sia Gianni Puggioni per l’Atletica Sarda e Italiana mi pare superfluo, ma reputo opportuno ricordare qualche numero relativo alla sua carriera da atleta e da tecnico.
Da atleta Gianni ha collezionato 21 presenze in Nazionale Italiana, realizzando il Record Italiano nei 150 metri, nella staffetta 4×100 e nella staffetta svedese. Gianni ha partecipato a 1 Olimpiade, 3 Mondiali, 1 Europeo, 3 Giochi del Mediterraneo, 6 Coppe Europa per Nazioni, 1 Universiade e 2 Campionati Nazionali Universitari. Il suo palmarés è assai ricco: 7 Titoli Nazionali (1 allievi e 6 assoluti), 2 ori ai Giochi del Mediterraneo, 1 bronzo ai Mondiali e 1 titolo di Campione Nazionale Universitario.
Dal 1994 Gianni è tecnico Fidal con la qualifica di istruttore, arrivando nel 2007 a diventare Allenatore Specialista in Velocità e Ostacoli. Gianni ha allenato molti dei maggiori talenti sardi nella velocità degli ultimi 10 anni, che hanno ottenuto nel complesso 7 Titoli Nazionali, 16 medaglie e presenze nelle Nazionali juniores e promesse.

Perché creare una nuova società in Sardegna, terra ricca di sodalizi sportivi (siamo a 110 attualmente)?
In quasi 40 anni di Atletica, ahimè ho iniziato a 9 anni, ho maturato esperienze a livello regionale, nazionale ed internazionale come ATLETA. Ho conseguito tutti i livelli nazionali di allenatore, ho allenato atleti che hanno vinto diversi titoli nazionali e altri che sono arrivati sul podio o in finali nazionali giovanili. Due sono arrivati in Nazionale di categoria, ho avuto alcune collaborazioni con società Sarde, con qualcuna mi son trovato bene e con qualcuna un po’ meno, ho ricevuto diverse proposte da società della mia provincia ma nessuna mi dava garanzia di portare avanti le mie IDEE e le mie ESPERIENZE: ho deciso perciò, con un gruppo di amici MASTER appassionati di SPORT, di rispolverare un mio vecchio progetto.

Recenti studi dimostrano come un 1 € investito nella pratica sportiva porti a 3 € risparmiati nella spesa sanitaria. Detto ciò sull’importanza della pratica sportiva, in tempi di crisi come questi, le spese ritenute superflue tendono a essere tagliate. Eppure, la Shardana che si è inserita in una realtà fortemente competitiva come quella sassarese, caratterizzata dalla presenza di un alto numero di società con una lunga tradizione temporale, è riuscita sin da subito a farsi strada, reclutando un numero di atleti estremamente elevato. Le aspettative che avevi quando è stata fondata la società sono state superate, rispettate o non soddisfatte?
Direi più che superate, sia in termini di numeri che di risultati.

Quali saranno le linee guida che caratterizzeranno la politica della società per il futuro? Si proseguirà sulla strada sinora seguita o si cercherà di adattarsi alla crescita dimensionale che la società sta, felicemente, vivendo?
Proseguiremo sicuramente sulla strada tracciata, il nostro obiettivo non è crescere a dismisura, ma  fare un’Atletica di qualità, sia a livello agonistico che amatoriale: vogliamo mettere tutti i nostri atleti nelle condizioni di allenarsi nel modo migliore e dare la possibilità ai giovani talenti di raggiungere risultati proporzionati al loro impegno e alle loro qualità.

Frequenti il mondo dell’Atletica da circa 40 anni, prima da atleta, poi da tecnico. Nella tua esperienza hai avuto a che fare con settori tecnici locali e nazionali. Quale approccio ti pare più corretto nella direzione di uno staff di lavoro e quale utilizzi tu: supervisione, con delega a tecnici esperti e qualificati; accentramento, con ingerenza nelle decisioni?
Senza dubbio il primo: se ho fiducia in un mio collaboratore lascio carta bianca. Naturalmente i nostri tecnici devono conoscere e condividere il nostro progetto.

Venendo all’attualità, la Shardana si è battuta per garantire il diritto di partecipazione ai Campionati Italiani Cadetti agli atleti in possesso del minimo [sino al 2013, tale diritto era subordinato al placet del comitato regionale: il comitato poteva ma non doveva necessariamente (sic!) iscrivere gli atleti in possesso del minimo]. Adesso, stando alla bozza dei Regolamenti Fidal 2014, i comitati regionali saranno obbligati all’iscrizione, previa richiesta della società di appartenenza. Era davvero necessario obbligare per Regolamento i comitati regionali a fare ciò per cui esistono, ossia agevolare gli atleti?
Beh, questa è una storia penosa e triste che ha poco a che fare con i principi sportivi che conosco e sulla quale preferisco sorvolare. Dico solo che, essendo il CRITERIUM cadetti anche un campionato nazionale con minimi di partecipazione, l’iscrizione non può essere a discrezione di un comitato regionale: la bozza di modifica del regolamento è stata ispirata sicuramente anche al “caso Sardegna”.

Tu hai partecipato a tanti raduni con la Nazionale: andavi a Formia (e altre sedi) per socializzare ed essere educato? Si facevano corsi avanzati di taglio e cucito tutti assieme? Se così non fosse, potresti spiegare a chi non ha mai partecipato a un raduno della Nazionale come sono programmati, chi partecipa, quando durano e cosa si fa?
In DIECI anni di nazionale assoluta e quasi VENTI da professionista nel gruppo sportivo delle FFGG sono stato convocato a decine di raduni ogni anno: ad alcuni ho partecipato, ad altri, per scelte personali o concordate con i miei tecnici, no. Questo non mi ha mai precluso la convocazione in NAZIONALE o in squadra per i societari o gare di coppa Europa per squadre. Non ho mai assistito ad operazioni “TAFAZZIANE”, venivano sempre convocati gli atleti più forti. Con la PREGIUDIZIALE dell’obbligatorietà alla presenza ai raduni io non avrei potuto far  parte, ad esempio, della 4x100m ai Mondiali di Göteborg 95, nella quale venni inserito dopo la vittoria dei 100 metri ai Campionati Italiani. 
Tutti i raduni venivano programmati ad inizio stagione, con date e sedi certe, erano finalizzati ad eventi importanti o a progetti particolari, le spese di viaggio e alloggio erano a carico dell’organizzazione. Con la Nazionale era prevista una diaria giornaliera e in alcuni casi dei gettoni di presenza molto interessanti. Avevano durate che andavano dalla settimana al mese intero, venivano eseguiti periodicamente  test di valutazione e analisi in collaborazione con scienziati o centri specializzati. Di socializzazione non ho mai sentito parlare.

Negli ultimi 10 anni l’Atletica Sarda ha prodotto tanti giovani talenti, ma pochissimi campioni. C’è stato qualche Titolo Italiano, soprattutto a livello giovanile, ma parliamo di numeri non talmente corposi dal poter valutare correttamente se frutto del sistema o delle peculiarità dell’atleta in questione. Rispetto agli anni ’90, l’irrigidimento dei criteri di ingresso nei gruppi sportivi militari (che garantiscono all’atleta le risorse per continuare l’agonismo superati i 20 anni) ha sicuramente influito in negativo. Alcuni però parlano di eccessiva precocità nella specializzazione degli atleti, eccessivi carichi di lavoro che causano una prematura “morte” sportiva nei giovani atleti, che non arrivano alla categoria seniores. Tu, che in questi ultimi 10 anni, assieme a Massimo Marcias, hai allenato il maggior numero di atleti sardi di livello nazionale, cosa ne pensi? Quale dovrebbe essere la strada per poter, se non tornare agli anni d’oro di fine millennio, riuscire a creare una scuola sarda di sistema e non di iniziativa personale?
Vero. Da ormai troppi anni la Sardegna non produce più atleti di valore assoluto nazionale e internazionale. Sembra quasi che ormai l’obbiettivo di dirigenti, allenatori e atleti sia soltanto i giochi delle isole, dove è facile vincere medagliette, peccato poi che pochi degli stessi atleti facciano il minimo per i Campionati Italiani di categoria. Manca da anni una programmazione federale seria per tutte le categorie, soprattutto  dagli junior in su: si dovrebbero ridare risorse economiche e tecniche all’attività in pista. Io delle idee per far ripartire l’Atletica le avrei, ma non ho né titolo e né voglia di dare suggerimenti: non mi compete, e sopratutto non mi è stato chiesto.

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